OperaLombardia: cinque Teatri di tradizione (la Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo, il Teatro Grande di Brescia, il Teatro Sociale di Como / AsLiCo, il Teatro Ponchielli di Cremona, il Teatro Fraschini di Pavia) procedono uniti per comunicare all’unisono la nuova stagione, un cartellone affrontato e proposto sempre in maniera virtuosa grazie al prezioso sostegno del Ministero della Cultura, di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo.
Dopo Le nozze di Figaro in scena nella stagione 2015/16, Mario Martone prosegue con Mozart, mettendo in scena uno spettacolo che si protende verso la platea attraverso dei bracci che avvolgono l'orchestra e che è costituito da un solo elemento scenografico, una tribuna.
Opera caratterizzata da tinte fosche e acerbi contrasti sia musicali che drammaturgici, pone al centro la figura femminile di Norma, personaggio contraddistinto da una forza di carattere prorompente, di cui Bellini e Romani tratteggiano tutte le innumerevoli sfaccettature.
A mettere in scena il dramma veneziano sarà il regista, scenografo e costumista Filippo Tonon, che vanta una lunga esperienza come assistente alla regia di importanti registi d’Opera, prima di lavorare come regista nei principali teatri. Quando La Gioconda andò in scena nel 1876, l’Italia aveva cominciato a sentire le influenze di un nuovo movimento letterario, il Verismo, ed è proprio in quell’epoca che Tonon sceglie di rappresentare la vicenda.
Ultima opera del grande compositore milanese, tratta dalla commedia omonima di De Filippo, vide la luce nel 1977 a Spoleto, con la regia dello stesso Eduardo. Accolta freddamente dalla critica, è stata fortunatamente rivalutata e fa ormai parte del repertorio lirico più rappresentato della seconda metà del secolo scorso.
Nel passato di Violetta c’è una scelta di genere, un atto di auto-determinazione che ha portato con sé anche il senso di colpa per la propria doppia natura, interiorizzazione del giudizio esterno e della sua paura. La vittima arriva a comprendere e infine condividere il pregiudizio che l’accompagna e per una transessuale, splendida e persa in un popoloso deserto, non c’è che il sesso e il suo ricco mercato.
Regia e direzione d’orchestra sono in questa produzione affidate a due giovani talenti del panorama italiano: Roberto Catalano e Jacopo Brusa, che affrontano il secondo titolo della Trilogia popolare di Verdi.
La prima della Fanciulla del West, settimo titolo nella produzione di Puccini, andò in scena il 10 dicembre del 1910 al Metropolitan di New York: sul podio Arturo Toscanini.
Le vicende del Conte d’Almaviva (Lindoro), Figaro (il barbiere), Rosina, Bartolo (tutore di Rosina), Don Basilio, Berta, Ambrogio e Fiorello si snodano in una sequenza di equivoci, travestimenti, sorprese, e ‘a parte’, senza soluzione di continuità.
Un balzo all’epoca del mito greco, un ritornare alle origini della tragedia, del 414 a.C., con una musica che consacrò il talento del compositore.